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Fungo
eterogeneo
- Cappello
da globoso emisferico a
spianato, cuticola brillante
sericea, asportabile, decorata già da
giovane da fibrille radiali e grosse
porzioni di resti di velo
primario, normalmente verde oliva
o grigio verdastra, ma a
seconda di fattori
ecologici, questa entità
assume colori molto vari, dal bianco
al bruno chiaro, grigio, giallo
verdastro, pure sabbia, di norma più
scuro al disco, margine non striato.
- Lame
distanti, fitte, larghe e sottili,
bianche, alternate da lamellule.
- Gambo
conicoide slanciato, diritto, si
allarga progressivamente dall'alto verso
basso, decorato da
caratteristiche zebrature di colore
giallo-verde. Anello ampio
posto in alto, ricadente
sullo stipite, fragile non sempre
durevole, volva sacciforme ampia
inguainate, accorpata al bulbo, svasata
in alto.
- Carne
da
compatta a cedevole, bianca,
odore dapprima fungino, diventa poi
rancido mielato quindi nauseabondo,
sapore dolciastro.
- Habitat
di ampia diffusione geografica, predilige crescere
sotto latifoglie, non disdegnando
tuttavia di fare qualche rara
apparizione sotto conifere, ad
altitudini varie dall'estate all'autunno
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NOTE:
Questa specie rappresenta il pericolo
numero uno in fatto di funghi velenosi,
responsabile del maggior
numero di decessi derivanti dal suo
incauto uso alimentare. Responsabile
sono le amatossine contenute nella carne
sia del cappello che dello stipite di
Amanita phalloides, o
tignosa verdastra, oppure ovolo
bastardo, che porta alla
patologia tossicologica detta sindrome falloidea a lunga latenza
che provoca la distruzione
irreversibile delle cellule epatiche, il
più delle volte con conseguente esito
mortale.
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